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tesi:suggerimenti

Come svolgere una tesi di laurea

Questa sezione racchiude regole e suggerimenti per chi intende svolgere la sua tesi di laurea (triennale o magistrale) con me. Se la tesi richiede la scrittura di codice, si prega di consultare anche i suggerimenti per la scrittura del codice.

Prima di chiedere la tesi

Prima di chiedermi un argomento di tesi può essere una buona idea scorrere i titoli delle mie pubblicazioni, almeno per avere idea di cosa mi occupo o mi sono occupato in passato. È anche utile guardare quali corsi ho tenuto o sto tenendo; in genere, non ho difficoltà a seguire tesi su argomenti di cui mi sono occupato nella mia attività di ricerca e/o nella mia attività didattica. Sono anche interessato a seguire tesi su argomenti diversi da quelli sopra; se si ha in mente un argomento specifico è possibile discuterne a ricevimento.

Chi è studente/studentessa dei miei corsi

Per chi ha seguito qualcuno dei miei corsi, è obbligatorio aver già superato l'esame prima di chiedere la tesi (chi non ha miei corsi nel piano di studi può ignorare questa parte). Ciò evita situazioni imbarazzanti, che si sono manifestate in passato. È auspicabile avere ottenuto un voto almeno buono nel mio esame, anche se non pongo vincoli in tal senso. Di solito si sceglie come relatore il docente di un corso che si è trovato interessante e in cui ci si è impegnati con buoni risultati. Non sembra una buona idea scegliere il docente di un corso il cui esame è stato superato dopo numerosi tentativi e magari con un voto basso.

Come contattarmi

Il modo migliore è di usare la posta elettronica. Nonostante noi siamo un corso di informatica, sto notando una pericolosa deriva circa l'uso corretto della posta. Seguono quindi alcune regole:

  1. Le mail vanno spedite dal proprio indirizzo di posta istituzionale @studio.unibo.it.
  2. Le mail vanno “firmate” indicando cognome, nome e numero di matricola.
  3. Le mail devono sempre avere un oggetto (subject).
  4. Nella mail indicate sempre il proprio corso di laurea. Il motivo è che tengo insegnamenti in corsi di laurea diversi, e sulla base del corso di studi posso proporre argomenti maggiormente appropriati.
  5. Le mail non vanno scritte come se fossero un messaggio Whatsapp. È necessario controllare l'ortografia e la sintassi; ad esempio, si eviti di scrivete “vorrei chiedere un argomento x la tesi”.
  6. Per mandarmi una mail su un nuovo argomento, si eviti di fare “reply” a una mail vecchia di mesi e riguardante un argomento totalmente diversa. Non c'è nulla che denoti più sciatteria di una mail con oggetto “Re: R: Re: verbalizzazione voto” il cui contenuto sia “Salve, volevo chiederle un argomento per una tesi di laurea triennale”. Si scriva una nuova mail con un oggetto adeguato.

Quando contattare il docente

È possibile chiedere un argomento di tesi in qualunque momento, anche se è preferibile farlo quando mancano pochi esami alla fine (indicativamente, non più di un paio).

Si eviti di chiedere la tesi con troppo anticipo per poi “scomparire” per mesi a causa di esami o corsi da seguire. È probabile che nel frattempo mi sia dimenticato di quanto concordato, e in ogni caso riemergere a ridosso della tesi per svolgere un lavoro raffazzonato e in fretta non è una buona idea. In linea di massima, suggerisco di non far passare più di due mesi da quando si concorda l'argomento di tesi a quando si inizia effettivamente a lavorarci.

Quando contattare il docente/2

È abbastanza normale svolgere il lavoro di tesi (e non solo) nei momenti in cui si è più “scarichi” da altri impegni. Purtroppo, i momenti in cui si è più scarichi coincidono spesso con i periodi di pausa (Natale, Pasqua, ferragosto, …). Non è tuttavia corretto dare per scontato che qualcuno sia sempre disponibile (di notte, nei fine settimana, a Natale, Pasqua, ferragosto…) per dare risposta “in tempi brevi” a mail “urgenti”. Richieste del genere verranno evase durante il primo periodo lavorativo, indipendentemente dal livello di “urgenza”.

Le tesi che ho seguito

Può essere utile consultare qualcuna delle tesi di cui sono stato relatore su questa pagina web, per farsi un'idea di massima di come è fatta una tesi. Si presti attenzione che alcune delle tesi potrebbero avere ricevuto valutazioni basse, quindi occorre considerarle con cognizione di causa.

Proporre un argomento

Se si ha già in mente un argomento che si vuole approfondire, è possibile discuterne per cercare qualche tema specifico su cui costruire una tesi. Ovviamente è possibile che non ritenga l'argomento adeguato (ad esempio perché si tratta di un tema troppo “inflazionato”, oppure che esula dalle mie competenze, oppure per il quale esiste un altro relatore/relatrice più qualificato/a), ma l'unico modo per saperlo è parlarne con me.

Se non si hanno idee precise posso proporre un argomento tra quelli pubblicati sulla pagina apposita, oppure su argomenti diversi che potrei non avere ancora avuto il tempo di mettere per iscritto.

Relatore, correlatore, controrelatore

Ogni tesi di laurea ha un relatore; il relatore è il docente che segue il lavoro di tesi, autorizza (si spera…) la consegna della tesi, e ne presenta il contenuto durante la discussione “a porte chiuse” della commissione di laurea. Il nome del relatore compare sul frontespizio della tesi, assieme a quella dell'autore/autrice.

Il correlatore è di norma presente solo nelle tesi svolte presso aziende o enti esterni. In questo caso, il correlatore potrebbe essere un dipendente dell'azienda/ente che supervisionato direttamente l'autore/autrice dell'elaborato di tesi. Il correlatore può far parte della commissione di laurea, e affianca il relatore durante la discussione interna. Se presente, il nome del correlatore va indicato nel frontespizio della tesi.

Il controrelatore è previsto solo per le tesi magistrali. Il contrelatore è un/una docente del dipartimento che non è stato coinvolto nel lavoro di tesi, e svolge il ruolo dell'“avvocato del diavolo”: in altri termini, è una figura terza che formula un proprio giudizio sul lavoro di tesi, indipendentemente a quello del relatore. Il nome del controrelatore viene solitamente proposto al termine del lavoro di tesi dal relatore o dal presidente del CdS; non viene in alcun modo scelto dal laureando. Il nome del controrelatore non compare sul frontespizio della tesi.

Vietato copiare!

È assolutamente vietato copiare il contenuto della propria tesi di laurea. Questo dovrebbe essere scontato, ma apparentemente non è così; l'abbondante disponibilità di informazioni reperibili in rete costituisce una tentazione a cui è difficile resistere. È quindi opportuno chiarire che chi verrà scoperto ad aver copiato anche solo una parte della tesi, dovrà immediatamente cercarsi un altro relatore. Applicherò questa regola in modo intransigente e senza eccezioni.

Per chi ritiene che la regola di cui sopra sia eccessiva, è utile ricordare che copiare la tesi di laurea, anche in parte, costituisce plagio, al punto che alcune Università hanno regole esplicite molto severe a riguardo.

Va prestata attenzione particolare alle figure: molti ritengono che copiare e incollare figure trovate in rete sia accettabile. In generale non è detto che lo sia: l'autore/autrice dell'immagine dovrebbe autorizzarne esplicitamente il riuso, dato che il semplice atto di rendere disponibile una immagine su web non significa autorizzarne il riutilizzo. In ogni caso, vanno sempre indicate le fonti delle immagini o figure che non sono state realizzate di persona.

Struttura generale della tesi

La tesi deve iniziare con un Sommario (indicativamente 1-2 facciate) contenente una breve descrizione del problema che verrà affrontato, come verrà affrontato e quali risultati si otterranno. La tesi deve concludersi con una sezione denominata Conclusioni (può essere breve, ad esempio 2 facciate) in cui si riassume il lavoro fatto e si illustrano gli eventuali sviluppi futuri.

Dopo il sommario di solito è presente un capitolo introduttivo (spesso chiamato “Introduzione”), in cui si descrive in modo un po' più ampio il problema che si intende risolvere, mettendo in evidenza perché è un problema importante, e fornendo informazioni che possono aiutare il lettore nella comprensione della tesi.

Nel resto della tesi si possono inserire tutti i capitoli necessari a presentare gli argomenti trattati. Indicativamente, la lunghezza dei capitoli dovrebbe essere più o meno uniforme: un capitolo molto più lungo degli altri potrebbe indicare la necessità di spezzarlo o scorporarne delle parti da inserire in altri capitoli. Viceversa, un capitolo molto più breve degli altri suggerisce la necessità di ampliarlo, oppure di fonderlo con altri capitoli.

Non c'è una convenzione sulla lunghezza minima di un capitolo; personalmente ritengo ragionevole che un capitolo abbia come minimo 5-6 facciate di testo. Capitoli molto corti (1-2 facciate di testo) vanno assolutamente evitati.

I capitoli vanno numerati, a partire dall'Introduzione fino alle conclusioni incluse (il Sommario può non essere numerato). Prima di un capitolo occorre inserire una interruzione di pagina in modo che il capitolo inizi sulla pagina che si troverebbe a destra se la tesi fosse stampata; usando Libreoffice si seleziona Insert → Manual Break → Page break → Right page per inserire l'interruzione di pagina appropriata.

I capitoli possono essere divisi in sezioni, che a loro volta possono essere divisi in sottosezioni. Come regola generale, se una sezione è divisa in sottosezioni, queste ultime devono essere almeno due; in altre parole, vanno evitate sezioni contenenti una singola sottosezione, così come vanno evitati capitoli con una singola sezione.

Non c'è un numero minimo di capitoli; anche in questo caso occorre procedere con buon senso. Suggerisco di avere almeno 4-5 capitoli, includendo introduzione e conclusioni.

Scrittura della tesi

Una tesi di laurea deve essere scritta in modo comprensibile e deve essere priva di errori grammaticali. Allo scopo di ottimizzare il proprio e il mio tempo, è fondamentale che ogni capitolo sia controllato con un correttore ortografico per rimuovere gli errori più grossolani, e che ogni capitolo sia riletto prima della consegna per verificare che tutte le frasi risultino scorrevoli. Personalmente trovo utile far passare qualche giorno dal momento in cui scrivo un documento al momento in cui lo rileggo. In questo modo “dimentico” quello che ho scritto, con il risultato che gli errori diventano più evidenti. Assumo che ogni capitolo che ricevo sia nella sua versione definitiva.

"Eh, l'italiano..."

Mi aspetto che la tesi sia scritta in modo corretto, sia per quanto riguarda la grammatica che per l'uso della punteggiatura. Purtroppo, le scuole superiori non sempre forniscono un livello adeguato di padronanza della scrittura. Suggerisco quindi questo libro che illustra con esempi concreti come scrivere e soprattutto come non scrivere:

Luisa Carrada, Guida di stile: scrivere e riscrivere con consapevolezza, Zanichelli, Bologna 2017, ISBN 9788808520685

:!: Non approverò tesi di laurea scritte in maniera approssimativa, anche se questo significasse far saltare la sessione di laurea.

Spiegare i termini tecnici

Sebbene sia ragionevole assumere che chi legge una tesi in informatica conosca i concetti generali della materia, non è detto che sia anche esperto/a dello specifico argomento trattato. Quindi, tutti i concetti e i termini specifici che non siano di uso comune devono essere spiegati. Non è indispensabile che le spiegazioni siano dettagliate: per gli approfondimenti è possibile rimandare alla bibliografia; è tuttavia necessario fornire almeno un'idea generale dei concetti illustrati, per consentire al lettore di comprendere meglio il seguito.

"Parla come mangi"

Molti adottano uno stile di scrittura barocco, confuso e ampolloso. Una tesi di laurea, come tutti i testi tecnici, deve usare uno stile chiaro, scorrevole e comprensibile. Non vanno usati termini desueti come “poc'anzi” o “vieppiù”; vanno evitate locuzioni pesanti tipo “In questa tesi andremo a presentare…” (perché non scrivere semplicemente “In questa tesi presentiamo…”?).

Altro esempio: “La prima operazione che è chiamato ad eseguire il nostro gruppo di processi è quella di…”. L'immagine del “nostro” gruppo di processi “chiamato” ad eseguire qualcosa è quantomai bizzarra. Meglio scrivere: “La prima operazione che deve essere eseguita dal gruppo di processi è quella di…”.

Ancora: “Ad ogni processo viene quindi richiesto di elaborare una porzione del vettore” diventa “Ogni processo elabora una porzione del vettore”.

Spesso si cerca di “allungare il brodo” con giri di parole per esprimere concetti semplici, nell'illusione che più si scrive meglio è. In realtà è vero l'esatto contrario: suggerisco di rileggere più volte la tesi cercando di esprimere i concetti in modo via via più sintetico possibile. Come disse Antoine de Saint-Exupéry

“La perfezione si ottiene non quando non c'è nient'altro da aggiungere, ma quando non c'è più niente da togliere”

Termini da evitare

Evitare i termini seguenti:

  1. randomico → casuale.
  2. tempistiche → tempi di esecuzione.
  3. performance → prestazioni.
  4. prestante/performante (come in algoritmo più prestante).
  5. corsa critica → questo termine viene utilizzato in molti libri in italiano di sistemi operativi per indicare una “race condition”; la locuzione è quindi tecnicamente corretta, ma a me suona completamente obsoleta, al pari di “elaboratore” al posto di “computer”. Potendo scegliere, suggerisco di usare “race condition”, ma ciascuno/a è libero/a di fare come vuole.
  6. in primis (vedi sopra, “parla come mangi”).

Preferire sempre frasi dirette

In genere vanno preferite le frasi dirette. Come indicato nel punto precedente, si scrive: “In questa tesi presentiamo…” oppure “In questa tesi presenteremo…” e non “In questa tesi andremo a presentare…”.

Punto, punto e virgola, due punti

È importante usare la punteggiatura in modo adeguato. Non esiste solo la virgola! Ad esempio, questa frase:

:-( In un dataset ad alta dimensionalità non sempre tutti gli attributi hanno la stessa importanza, a seconda della realtà che il dataset descrive alcuni attributi possono essere più importanti di altri, questa distinzione non può essere catturata dagli algoritmi classici di clustering.

va riscritta come:

:-) In un dataset ad alta dimensionalità non sempre tutti gli attributi hanno la stessa importanza: a seconda della realtà che il dataset descrive, alcuni attributi possono essere più importanti di altri. Questa distinzione non può essere catturata dagli algoritmi classici di clustering.

Come altro esempio, consideriamo questa frase:

:-( L’argomento di studio si discosta leggermente dalle intenzioni dell'autore, infatti, si tratta di un’analisi e di una misurazione di più parametri legati alle reti sociali.

La virgola prima di “infatti” non è appropriata, e andrebbe sostituita con i due punti spostando “infatti” poco dopo:

:-) L’argomento di studio si discosta leggermente dalle intenzioni dell'autore: si tratta infatti di un’analisi e di una misurazione di più parametri legati alle reti sociali.

Un altro esempio di abuso della virgola è la frase seguente:

:-( Il processo Master esegue la funzione di lettura del file, questo viene letto riga per riga fino a quella indicata dall'utente, inserendo nella struttura dati ogni stella presente.

Prima di “questo” si sente l'esigenza di una pausa maggiore, ad esempio prodotta da un punto e virgola:

:-) Il processo Master esegue la funzione di lettura del file; questo viene letto riga per riga fino a quella indicata dall'utente, inserendo nella struttura dati ogni stella presente.

Ancora meglio, per evitare ripetizioni del soggetto, è rifrasare come

:-) Il processo Master esegue la funzione di lettura del file, che viene letto riga per riga fino a quella indicata dall'utente, inserendo nella struttura dati ogni stella presente.

Ricordarsi che non va mai messo uno spazio prima di un simbolo di punteggiatura (punto, virgola, due punti, punto e virgola, punto esclamativo), ma va sempre messo dopo.

Uso e abuso delle note a piè pagina

In generale non è vietato usare note a piè pagina, ma queste andrebbero usate con molta parsimonia. Una nota a piè pagina interrompe il flusso del testo, per cui chi legge potrebbe perdere il filo del discorso. In caso di dubbio, suggerisco di evitare l'uso di note a piè pagina.

Uso e abuso della lingua inglese

In informatica si fa frequente uso di termini tecnici in lingua inglese; molti di questi termini non hanno un corrispondente italiano, e vanno quindi usati nella versione originale. In altri casi il termine italiano corrispondente esiste e va usato, allo scopo di evitare frasi improbabili che sembrano scritte da Alberto Sordi in “Un Americano a Roma”.

Non è richiesto di tradurre in italiano tutto il traducibile; ad esempio, termini come “elaboratore” al posto di “computer”, o “corsa critica” al posto di “race condition” sono sì corretti, ma se potevano (forse) avere un senso negli anni '70, oggi sono solo un anacronismo.

Uso e abuso della lingua inglese (2)

Le regole grammaticali della lingua italiana richiedono che le parole straniere si scrivano sempre al singolare, anche nel caso in cui si usi il plurale. Quindi non si scrive

:-( “vengono eseguiti 50 threads”

ma

:-) “vengono eseguiti 50 thread”.

Attenzione agli accenti

C'è differenza tra l'accento acuto (usato ad esempio nella parola perché) e l'accento grave (usato ad esempio nella parola cioè). Assicuratevi sempre di usare l'accento corretto; sembra una cosa di poco conto, ma vi assicuro che “perchè” (con l'accento sbagliato) salta subito all'occhio durante la lettura. Tutte le vocali (ad eccezione della lettera “e”) vanno accentate con l'accento grave (esempio: “così”). La lettera “e” invece può richiedere l'accento grave (es., cioè) o acuto (es., perché) in base alla parola.

Numeri o lettere?

Nel caso di valori numerici piccoli, conviene scrivere il valore in lettere piuttosto che usando numeri. Quindi, anziché scrivere:

:-( In questa tesi vengono valutate 2 alternative…

meglio dire:

:-) In questa tesi vengono valutate due alternative…

Se il valore numerico è “grande”, conviene lasciarlo in forma numerica:

:-) I test sono stati effettuati con 50 esecuzioni indipendenti.

Definire tutti i termini usati

Occorre assicurarsi che tutti i termini utilizzati nella tesi siano adeguatamente definiti; si può dare per scontato che alcuni termini molto usati in ambito informatico siano già noti al lettore, e quindi non vadano definiti. Per tutti gli altri è necessario assicurarsi che vengano definiti la prima volta che sono introdotti.

Definire tutti i simboli usati

In maniera analoga, tutti i simboli e le eventuali variabili usate nella tesi vanno definiti e usati in modo consistente. Ad esempio, se in un capitolo si definisce N come il numero di nodi in un grafo, va sempre usato quel nome in tutta la tesi. Se si usano molti simboli, può essere utile riassumerli in una lista da inserire in appendice con il relativo significato. Anche nel caso si metta la lista in appendice, i simboli vanno sempre definiti in dettaglio nel testo la prima volta che se ne fa uso.

Figure e tabelle

Una buona tesi contiene un numero adeguato di figure e/o tabelle. Tutte le figure e le tabelle devono essere numerate e accompagnate da una didascalia; inoltre, figure e tabelle devono sempre essere citate nel testo. Il contenuto di tabelle e figure deve sempre essere descritto nel testo della tesi: la descrizione nella didascalia, da sola, non basta.

Mi capita frequentemente di trovare figure copia&incollate da altre fonti. Questo non è necessariamente sbagliato (purché nella didascalia si citi sempre la fonte), ma in molti casi denota una certa pigrizia che fa una cattiva impressione nel lettore. Ad esempio, in molti casi ho visto riutilizzate figure molto semplici (addirittura banali) dai lucidi del corso, o da altre fonti. In questi casi le figure andrebbero rifatte da zero.

Nel caso si voglia mostrare l'output testuale di qualche programma, evitare di inserire una immagine con lo screenshot dell'output; invece, copiare e incollare il testo nella tesi (eventualmente scegliendo un font non proporzionale per indicare che si tratta dell'output di un comando).

Grafici

I grafici sono tipi particolari di figure, e come tali vanno numerati e dotati di didascalia. Assicurarsi che i grafici siano leggibili anche quando vengono stampati in bianco e nero. Per rendere i grafici comprensibili evitate di sovrapporre un numero eccessivo di curve (in linea di massima suggerisco di non eccedere 3-4 curve sovrapposte sullo stesso grafico). Gli assi devono sempre essere etichettati con il nome della quantità che rappresentano. Come per le figure, i grafici vanno descritti nel testo della tesi.

Riferimenti bibliografici

Ogni tesi di laurea deve includere una bibliografia il più possibile completa e aggiornata. Gli utenti LaTeX possono sfruttare BibTeX per formattare la bibliografia in modo corretto.

La bibliografia deve elencare tutti i riferimenti (libri, articoli di riviste, pubblicazioni su atti di conferenze…) menzionati nella tesi. I riferimenti bibliografici vanno utilizzati a sostegno delle affermazioni non esplicitamente dimostrate nella tesi. Ad esempio, supponiamo di menzionare il fatto che un certo algoritmo X, già noto in letteratura, abbia un costo asintotico O(n); se non viene riportata esplicitamente la dimostrazione, è utile scrivere qualcosa come: “Il costo asintotico dell'algoritmo X è O(n) [X]”, dove [X] rappresenta il riferimento all'articolo in cui l'autore dell'algoritmo X ne calcola il costo computazionale. Tutte le affermazioni non ovvie contenute nella tesi, quando non dimostrate esplicitamente, devono essere accompagnate da un rimando bibliografico ad una fonte che le dimostri.

Nella bibliografia è importante fare sempre riferimento, ove possibile, agli articoli/libri in cui è stato introdotto per la prima volta un dato concetto o algoritmo (fonti bibliografiche primarie). Ad esempio, se si vuole includere un riferimento all'algoritmo di ordinamento Quicksort, il riferimento da usare è

[1] Hoare, C. A. R. (1962). “Quicksort”. Comput. J. 5 (1): 10–16

e non un libro di algoritmi e strutture dati in cui si menziona anche Quicksort. In altre parole, la bibliografia deve dare credito agli autori che per primi hanno proposto un determinato concetto o algoritmo.

È possibile fornire riferimenti anche a pagine Web; tuttavia, questa pratica è scoraggiata per diversi motivi: (i) le pagine Web non sono persistenti: nel momento in cui qualcuno tenterà di accedervi, la pagina potrebbe non esistere più; (ii) i siti Web non sempre sono fonti autorevoli di informazioni. Personalmente consiglio di citare solo libri, articoli su riviste scientifiche o atti di conferenze. Segnalo che dalla rete di Ateneo è possibile accedere liberamente alle librerie digitali dei più importanti editori scientifici (ACM, IEEE, Springer, Elsevier eccetera). In questo modo gli studenti e i docenti dell'Ateneo possono recuperare la versione elettronica (in formato PDF) degli articoli di loro interesse. Si noti che molto spesso gli editori di cui sopra consentono di scaricare la citazione bibliografica già in formato BibTeX.

Nel caso in cui la stessa pubblicazione sia apparsa sia sotto forma di rapporto tecnico o preprint (ad esempio, pubblicata su arXiv), sia sotto forma di pubblicazione su atti di convegno o rivista, è preferibile citare quest'ultima versione, in quanto i preprint non sono normalmente soggetti a revisione, cosa che invece avviene per le pubblicazioni su atti di convegno o riviste.

Non bisogna mai inserire un riferimento bibliografico a una pagina di Wikipedia (vedi sotto).

Le voci bibliografiche devono essere il più possibile complete; nel caso si usi BibTeX, ciò significa che tutti (o quasi) i campi previsti per ciascun tipo di voce bibliografica (@article{}, @inproceedings{}, @book{}, @misc{}, eccetera) devono essere definiti.

  • Per i libri, oltre a titolo e autore, indicare tra gli altri l'editore, l'anno di pubblicazione, e l'ISBN;
  • Per le pubblicazioni in atti di convegno (@inproceedings{}) indicare tra gli altri il nome del convegno, la data in cui si è tenuto, le pagine degli atti in cui è presente la pubblicazione citata;
  • Per le risorse Web (@misc{}) indicare l'indirizzo (URL).

Si faccia riferimento a questa guida per l'elenco dei nomi degli attributi che è possibile usare con BibTeX.

A proposito di Wikipedia

Usiamo tutti Wikipedia, ma è importante usarla in modo corretto, soprattutto durante lo svolgimento di una tesi. Come prima cosa, è assolutamente vietato fare copia&incolla da Wikipedia o da qualunque altra fonte; vedi sopra il discorso a proposito del plagio. Detto questo, è importante tenere presente che Wikipedia, per sua natura, non può essere considerata una fonte autorevole di informazioni, dato che chiunque può modificare (quasi) qualsiasi voce. Inoltre, Wikipedia è una fonte bibliografica secondaria, nel senso che si limita a descrivere argomenti originariamente presentati altrove (fonti bibliografiche primarie).

Pur con questi limiti, Wikipedia è comunque molto utile per farsi un'idea generale su un particolare argomento. Un aspetto molto utile sono i riferimenti che sono quasi sempre presenti in fondo a ciascun articolo. I riferimenti indicano, tra le varie cose, anche le fonti primarie relative ad un certo argomento, oppure ulteriori documenti su cui è possibile approfondire. Ad esempio, in fondo all'articolo relativo all'algoritmo di Dijkstra per il calcolo dei cammini minimi sono presenti numerosi riferimenti bibliografici sia all'articolo originale di Dijkstra, sia a libri (cartacei) in cui il problema dei cammini minimi su grafi viene discusso.

Si tenga infine presente che Wikipedia non costituisce un riferimento sufficientemente autorevole per essere menzionato in un lavoro di tesi; di conseguenza, non bisogna mai inserire nella tesi riferimenti bibliografici a Wikipedia. Quello che consiglio di fare è di utilizzare Wikipedia per farsi rapidamente un'idea sommaria su un certo argomento, da approfondire poi riferendosi alle fonti primarie citate nei riferimenti bibliografici.

Correzione della tesi

In generale mi aspetto di ricevere (via mail o di persona) degli aggiornamenti periodici sullo stato di avanzamento del lavoro di tesi; sono sempre disponibile per fornire suggerimenti in caso di difficoltà.

:!: È importante tenere presente che, una volta completata una stesura definitiva della tesi, ho bisogno di tempo per leggerla e segnalare le eventuali correzioni, che poi devono essere applicate dall'autore/autrice della tesi. Il problema è aggravato dal fatto di avere solitamente più di un/una tesista per sessione. Per evitare situazioni spiacevoli sono costretto ad essere intransigente: devo ricevere la versione finale della tesi almeno 15 giorni prima della scadenza per la consegna. Non accetterò tesi consegnate a ridosso della scadenza, che andranno alla sessione di laurea successiva.

:!: Non date per scontato che io sia necessariamente disponibile durante il mese di agosto; chi è interessato a laurearsi nella sessione di laurea di settembre deve iniziare con un ragionevole anticipo, per i motivi già spiegati in precedenza.

Quanti punti otterrò?

Il punteggio assegnato alla tesi viene deciso dalla commissione di laurea, dopo aver preso in considerazione il giudizio del relatore, la presentazione del laureando/a e il contenuto della tesi. È quindi impossibile anticipare quanti punti verranno assegnati. Ho assistito ad un numero sufficiente di sedute di laurea per sapere di non potermi sbilanciare in previsioni.

Dopo la consegna della tesi: la presentazione

Per le tesi di ricerca oppure con progetto, il corso di studio in Ingegneria e Scienze Informatiche di Cesena prevede una presentazione pubblica con l'ausilio di slide. I laureandi/e ricevono indicazioni via mail dalla segreteria didattica sul tempo a disposizione per la presentazione (normalmente dovrebbero essere attorno ai 10-15 minuti per le tesi triennali; per le tesi magistrali il tempo è maggiore).

Suggerisco di predisporre non più di 10-12 slide, assicurandosi che la presentazione possa essere completata nel tempo assegnato.

  • Evitare di “leggere” le slide: questa pratica è molto fastidiosa e comporta inevitabilmente una penalizzazione della valutazione della tesi;
  • Suggerisco di strutturare le slide nel modo seguente:
    • Descrizione del problema (1 o 2 slide)
    • Descrizione del contributo della tesi
    • Conclusioni e sviluppi futuri (1 o 2 slide)
  • Dato che c'è poco tempo, è importante focalizzarsi sul contributo della tesi;
  • Cercare un compromesso ragionevole tra testo e immagini;

Alcune letture consigliate

tesi/suggerimenti.txt · Last modified: 2024/03/04 18:16 by moreno

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