User Tools

Site Tools


tesi:suggerimenti

This is an old revision of the document!


Regole per lo svolgimento della tesi

Questa sezione racchiude regole e suggerimenti per chi intende svolgere la sua tesi di laurea (triennale o magistrale) con me. Se la tesi richiede la scrittura di codice, si prega di consultare anche i suggerimenti per la scrittura del codice.

Prima di chiedere la tesi

Prima di chiedermi un argomento di tesi può essere una buona idea scorrere i titoli delle mie pubblicazioni, almeno per avere una vaga idea di cosa mi occupo o mi sono occupato in passato. È anche utile guardare quali corsi ho tenuto o sto tenendo; in genere, non ho difficoltà a seguire tesi su argomenti di cui mi sono occupato nella mia attività di ricerca e/o nella mia attività didattica. Sono anche interessato a seguire tesi su argomenti diversi da quelli sopra; se avete in mente un argomento specifico e volete propormelo, potete venire a ricevimento e ne parliamo.

Se siete studenti dei miei corsi

Se siete studenti di qualcuno dei miei corsi, prima di chiedermi la tesi è obbligatorio aver già superato l'esame relativo (se non avete alcun esame con me nel vostro piano di studi potete ignorare questa parte). Ciò evita situazioni imbarazzanti che purtroppo si sono già manifestate in passato. Anche se non pongo vincoli in tal senso, è auspicabile avere ottenuto un voto almeno buono nel mio esame. Di solito si sceglie come relatore il docente di un corso che si è trovato interessante e in cui ci si è impegnati con buoni risultati. Non sembra una buona idea scegliere un docente di un corso il cui esame è stato superato dopo numerosi tentativi e magari con un voto basso.

Proporre un argomento

Se avete già in mente un argomento generico che vi piacerebbe approfondire, possiamo senz'altro parlarne per cercare qualche tema specifico su cui costruire una tesi. Ovviamente c'è il rischio che non ritenga l'argomento adeguato (ad esempio perché si tratta di un tema troppo “inflazionato”, oppure che esula totalmente dalle mie competenze o per il quale esiste un altro potenziale relatore più qualificato), ma l'unico modo per saperlo è parlarne con me (può essere d'aiuto anche guardare l'elenco delle tesi di cui sono stato relatore).

Se non avete idee precise posso proporvi un argomento tra quelli pubblicati sulla pagina apposita, oppure su argomenti diversi che potrei non avere ancora avuto il tempo di mettere per iscritto.

Relatore, correlatore, controrelatore

Ogni tesi di laurea ha un relatore; il relatore è il docente che segue il vostro lavoro, autorizza (si spera…) la tesi, e presenta il contenuto durante la discussione “a porte chiuse” della commissione. Il nome del relatore compare sul frontespizio della tesi, assieme a quella del laureando.

Il correlatore è di norma presente solo nelle tesi svolte presso aziende o enti esterni. In questo caso, il correlatore è una persona che solitamente lavora per l'azienda/ente e ha supervisionato direttamente il laureando. Il correlatore può far parte della commissione di laurea, e affianca il relatore durante la discussione interna alla commissione. Se presente, il nome del correlatore va indicato nel frontespizio della tesi.

Il controrelatore è previsto solo per le tesi magistrali. Il contrelatore è un docente del dipartimento che non è stato coinvolto nel lavoro di tesi, e svolge il ruolo dell'“avvocato del diavolo”: in altri termini, è una figura terza che formula un proprio giudizio sul lavoro di tesi, indipendentemente a quello del relatore. Il nome del controrelatore viene solitamente proposto al termine del lavoro di tesi dal relatore o dal presidente del CdS; non viene in alcun modo scelto dal laureando. Il nome del controrelatore non compare sul frontespizio della tesi.

Vietato copiare!

Iniziamo con una regola basilare: è assolutamente vietato copiare il contenuto della propria tesi di laurea. Questo dovrebbe essere scontato, ma apparentemente non è così; l'abbondante disponibilità di informazioni reperibili in rete costituisce una tentazione a cui è difficile resistere. È quindi opportuno chiarire che chi verrà scoperto ad aver copiato anche solo una parte della tesi, dovrà immediatamente cercarsi un altro relatore. Applicherò questa regola in modo intransigente e senza eccezioni.

Per chi ritiene che la regola di cui sopra sia eccessiva, è utile ricordare che copiare la tesi di laurea, anche in parte, costituisce reato di plagio, al punto che alcune Università hanno regole esplicite molto severe a riguardo.

Va prestata attenzione particolare anche alle figure: molti ritengono che copiare e incollare figure trovate in rete sia accettabile. In generale non è detto che lo sia: l'autore dell'immagine dovrebbe autorizzarne esplicitamente il riuso, dato che il semplice atto di rendere disponibile una immagine su web non significa autorizzarne il riutilizzo. In ogni caso, vanno sempre indicate le fonti delle immagini o figure che non sono state realizzate di persona.

Struttura generale della tesi

La tesi deve iniziare con un Sommario (indicativamente 1-2 facciate) contenente una breve descrizione del problema che verrà affrontato, come verrà affrontato e quali risultati si otterranno. La tesi deve concludersi con una sezione denominata Conclusioni (può essere breve, ad esempio 2 facciate) in cui si riassume il lavoro fatto e si illustrano gli eventuali sviluppi futuri.

Dopo il sommario di solito è presente un capitolo introduttivo (spesso chiamato “Introduzione”), in cui si descrive in modo un po' più ampio il problema che si intende risolvere, mettendo in evidenza perché è un problema importante, e fornendo informazioni che possono aiutare il lettore nella comprensione della tesi.

Nel resto della tesi si possono inserire tutti i capitoli necessari a presentare gli argomenti trattati. Indicativamente, la lunghezza dei capitoli dovrebbe essere più o meno uniforme: un capitolo molto più lungo degli altri potrebbe indicare la necessità di spezzarlo o scorporarne delle parti da inserire in altri capitoli. Viceversa, un capitolo molto più breve degli altri suggerisce la necessità di ampliarlo, oppure di fonderlo con altri capitoli.

I capitoli possono essere divisi in sezioni, che a loro volta possono essere divisi in sottosezioni. Come regola generale, se una sezione è divisa in sottosezioni, queste ultime devono essere almeno due; in altre parole, vanno evitate sezioni contenenti una singola sottosezione, così come vanno evitati capitoli con una singola sezione.

Scrittura della tesi

Una tesi di laurea deve essere scritta in modo comprensibile e deve essere priva di errori grammaticali. Allo scopo di ottimizzare il vostro e il mio tempo, è fondamentale che ogni capitolo sia controllato con un correttore ortografico per rimuovere gli errori più grossolani, e che ogni capitolo sia riletto dall'autore per verificare che tutte le frasi risultino scorrevoli. Personalmente trovo sempre utile far passare qualche giorno dal momento in cui scrivo un documento al momento in cui lo rileggo. In questo modo “dimentico” quello che ho scritto, con il risultato che gli errori diventano più evidenti. Assumo che ogni capitolo che ricevo sia nella sua versione definitiva.

"Eh, l'italiano..."

Mi aspetto che una tesi sia scritta in modo corretto, sia per quanto riguarda la grammatica che per l'uso della punteggiatura. Purtroppo osservo che non sempre il livello di padronanza dell'italiano fornito dalla scuola superiore è adeguato. Dato che – per ovvie ragioni – non sono nella condizione di dedicare tempo a spiegare come si scrive in italiano, suggerisco di fare riferimento a uno dei tanti libri che spiegano le convenzioni della lingua italiana scritta, come ad esempio:

Luca Serianni, Italiani Scritti, il Mulino, Bologna 2012, ISBN 978-88-15-23927-3

:!: Si tenga presente che non autorizzerò tesi di laurea scritte in maniera approssimativa, anche se questo significasse far saltare la sessione di laurea.

No all'"effetto supercazzola"

Mi capita spesso di leggere tesi in cui si parte in quarta conconcetti tecnici che non vengono spiegati da nessuna parte. Il risultato è quello che chiamo “effetto supercazzola”.

Sebbene sia ragionevole assumere che chi legge una tesi in informatica conosca i concetti generali della materia, non è detto che sia anche esperto o esperta dello specifico argomento trattato. Quindi, tutti i concetti e i termini specifici dell'argomento trattato nella tesi che non siano di uso comune devono essere spiegati. Non è indispensabile che le spiegazioni siano dettagliate: per gli approfondimenti è possibile rimandare alla bibliografia; è tuttavia necessario fornire almeno un'idea generale dei concetti illustrati, per consentire al lettore di comprendere meglio il seguito.

"Parla come mangi"

Molti adottano uno stile di scrittura barocco, confuso e ampolloso, degno dei peggiori burocrati nostrani (avete mai provato a leggere il testo di una legge?). Una tesi di laurea, come tutti i testi tecnici, deve usare uno stile chiaro, scorrevole e comprensibile. Non usate termini desueti come “poc'anzi” o “vieppiù”; evitate locuzioni pesanti tipo “In questa tesi andremo a presentare…” (perché non scrivere semplicemente “In questa tesi presentiamo…”?).

Altro esempio: “La prima operazione che è chiamato ad eseguire il nostro gruppo di processi è quella di…”. L'immagine del “nostro” gruppo di processi “chiamato” ad eseguire qualcosa è quantomai bizzarra. Meglio scrivere semplicemente: “La prima operazione che deve essere eseguita dal gruppo di processi è quella di…”.

Ancora: “Ad ogni processo viene quindi richiesto di elaborare una porzione del vettore” diventa “Ogni processo elabora quindi una porzione del vettore”.

In molti cercano di “allungare il brodo” usando giri di parole per esprimere concetti semplici, nell'illusione che più si scrive meglio è. L'effetto che si ottiene è esattamente il contrario. Suggerisco quindi di rileggere ripetutamente la tesi, cercando ogni volta di capire se i concetti possono essere espressi in modo più sintetico. Quando questo non è più possibile, il vostro lavoro è terminato. Come disse Antoine de Saint-Exupéry

“La perfezione si ottiene non quando non c'é nient'altro da aggiungere, ma quando non c'è più niente da togliere”

Preferire sempre frasi dirette

In genere vanno preferite le frasi dirette a quelle contorte. Come indicato nel punto precedente, si scrive: “In questa tesi presentiamo…” oppure “In questa tesi presenteremo…” e non “In questa tesi andremo a presentare…”.

Punto, punto e virgola, due punti

È importante usare la punteggiatura in modo adeguato. Non esiste solo la virgola! Ad esempio, questa frase:

:-( In un dataset ad alta dimensionalità non sempre tutti gli attributi hanno la stessa importanza, a seconda della realtà che il dataset descrive alcuni attributi possono essere più importanti di altri, questa distinzione non può essere catturata dagli algoritmi classici di clustering.

va riscritta come:

:-) In un dataset ad alta dimensionalità non sempre tutti gli attributi hanno la stessa importanza: a seconda della realtà che il dataset descrive, alcuni attributi possono essere più importanti di altri. Questa distinzione non può essere catturata dagli algoritmi classici di clustering.

Come altro esempio, consideriamo questa frase:

:-( L’argomento di studio si discosta leggermente dalle intenzioni dell'autore, infatti, si tratta di un’analisi e di una misurazione di più parametri legati alle reti sociali.

La virgola prima di “infatti” non è appropriata, e andrebbe sostituita con i due punti spostando “infatti” poco dopo:

:-) L’argomento di studio si discosta leggermente dalle intenzioni dell'autore: si tratta infatti di un’analisi e di una misurazione di più parametri legati alle reti sociali.

Un altro esempio di abuso della virgola è la frase seguente:

:-( Il processo Master esegue la funzione di lettura del file, questo viene letto riga per riga fino a quella indicata dall'utente, inserendo nella struttura dati ogni stella presente.

Prima di “questo” si sente l'esigenza di una pausa maggiore, ad esempio prodotta da un punto e virgola:

:-) Il processo Master esegue la funzione di lettura del file; questo viene letto riga per riga fino a quella indicata dall'utente, inserendo nella struttura dati ogni stella presente.

Ancora meglio, per evitare ripetizioni del soggetto, è rifrasare come

:-) Il processo Master esegue la funzione di lettura del file, che viene letto riga per riga fino a quella indicata dall'utente, inserendo nella struttura dati ogni stella presente.

Ricordarsi che non va mai messo uno spazio prima di un simbolo di punteggiatura (punto, virgola, due punti, punto e virgola, punto esclamativo), ma va sempre messo dopo.

Uso e abuso delle note a piè pagina

In generale non è vietato usare note a piè pagina, ma queste andrebbero usate con molta parsimonia. Una nota a piè pagina interrompe il flusso del testo, con il risultato che chi legge potrebbe perdere il filo del discorso. In caso di dubbio, suggerisco di evitare l'uso di note a piè pagina.

Uso e abuso della lingua inglese

In informatica si fa frequente uso di termini tecnici in lingua inglese; molti di questi termini non hanno un corrispondente italiano, e vanno quindi usati nella versione originale. In altri casi il termine italiano corrispondente esiste e va usato, allo scopo di evitare frasi improbabili che sembrano scritte da Alberto Sordi in “Un Americano a Roma”.

Una locuzione che trovo fastidiosa e faccio sistematicamente riscrivere è “sequenza randomica”: perché usare l'orrido termine “randomico” quando si può dire “sequenza casuale”?

Attenzione agli accenti

C'è differenza tra l'accento acuto (usato ad esempio nella parola perché) e l'accento grave (usato ad esempio nella parola cioè). Assicuratevi sempre di usare l'accento corretto; sembra una cosa di poco conto, ma vi assicuro che “perchè” (con l'accento sbagliato) costituisce un vero pugno nell'occhio durante la lettura. Per chi usa LaTeX: tutte le vocali (ad eccezione della lettera “e”) vanno accentate con l'accento grave (esempio: “così”). La lettera “e” invece può richiedere l'accento grave o acuto in base alla parola.

Definire tutti i termini usati

Occorre assicurarsi che tutti i termini utilizzati nella tesi siano adeguatamente definiti (ricordarsi il punto sopra, “no all'effetto supercazzola”); si può dare per scontato che alcuni termini molto usati in ambito informatico siano già noti al lettore, e quindi non vadano definiti. Per tutti gli altri è necessario assicurarsi che vengano definiti la prima volta che sono introdotti.

Definire tutti i simboli usati

In maniera analoga, tutti i simboli e le eventuali variabili usate nella tesi vanno definiti e usati in modo consistente. Ad esempio, se in un capitolo si definisce N come il numero di nodi in un grafo, va sempre usato quel nome in tutta la tesi. Se si usano molti simboli, può essere utile riassumerli in una lista da inserire in appendice con il relativo significato. Anche nel caso si metta la lista in appendice, i simboli vanno sempre definiti in dettaglio nel testo la prima volta che se ne fa uso.

Figure e tabelle

Una buona tesi contiene un numero adeguato di figure e/o tabelle. Tutte le figure e le tabelle devono essere numerate e accompagnate da una didascalia; inoltre, figure e tabelle devono sempre essere citate nel testo. Il contenuto di tabelle e figure deve sempre essere descritto nel testo della tesi: la descrizione nella didascalia, da sola, non basta.

Nel caso in cui si voglia mostrare l'output testuale di qualche programma, evitare di inserire una immagine con lo screenshot dell'output; invece, copiare e incollare il testo nella tesi (eventualmente scegliendo un font non proporzionale per indicare che si tratta dell'output di un comando).

Grafici

I grafici sono tipi particolari di figure, e come tali vanno numerati e dotati di didascalia. Assicurarsi che i grafici siano leggibili anche quando vengono stampati in bianco e nero. Per rendere i grafici comprensibili evitate di sovrapporre un numero eccessivo di curve (in linea di massima suggerisco di non eccedere 3-4 curve sovrapposte sullo stesso grafico). Gli assi devono sempre essere etichettati con il nome della quantità che rappresentano. Come per le figure, i grafici vanno descritti nel testo della tesi.

Riferimenti bibliografici

Ogni tesi di laurea deve includere una bibliografia il più possibile completa e aggiornata. Gli utenti LaTeX possono sfruttare BibTeX per formattare la bibliografia in modo corretto.

La bibliografia dovrebbe elencare tutti i riferimenti (libri, articoli di riviste, pubblicazioni su atti di conferenze…) menzionati nella tesi. I riferimenti bibliografici vanno utilizzati a sostegno delle affermazioni non esplicitamente dimostrate nella tesi. Ad esempio, supponiamo di menzionare il fatto che un certo algoritmo X, già noto in letteratura, abbia un costo asintotico O(n); se non viene riportata esplicitamente la dimostrazione, è utile scrivere qualcosa come: “Il costo asintotico dell'algoritmo X è O(n) [X]”, dove [X] rappresenta il riferimento all'articolo in cui l'autore dell'algoritmo X ne calcola il costo computazionale. Tutte le affermazioni non ovvie contenute nella tesi, quando non dimostrate esplicitamente, devono essere accompagnate da un rimando bibliografico ad una fonte che le dimostri.

Nella bibliografia è importante fare sempre riferimento, ove possibile, agli articoli/libri in cui è stato introdotto per la prima volta un dato concetto o algoritmo (fonti bibliografiche primarie). Ad esempio, se si vuole includere un riferimento all'algoritmo di ordinamento Quicksort, il riferimento da usare è

[1] Hoare, C. A. R. (1962). “Quicksort”. Comput. J. 5 (1): 10–16

e non un libro di algoritmi e strutture dati in cui si menziona anche Quicksort. In altre parole, la bibliografia deve dare credito agli autori che per primi hanno proposto un determinato concetto o algoritmo.

È possibile fornire riferimenti anche a pagine Web; tuttavia, questa pratica è scoraggiata per diversi motivi: (i) le pagine Web non sono persistenti: nel momento in cui qualcuno tenterà di accedervi, la pagina potrebbe non esistere più; (ii) i siti Web non sempre sono fonti autorevoli di informazioni. Personalmente consiglio di citare solo libri, articoli su riviste scientifiche o atti di conferenze. Segnalo che dalla rete di Ateneo è possibile accedere liberamente alle librerie digitali dei più importanti editori scientifici (ACM, IEEE, Springer, Elsevier eccetera). In questo modo gli studenti e i docenti dell'Ateneo possono recuperare la versione elettronica (in formato PDF) degli articoli di loro interesse. Si noti che molto spesso gli editori di cui sopra consentono di scaricare la citazione bibliografica già in formato BibTeX.

Nel caso in cui la stessa pubblicazione sia apparsa sia sotto forma di rapporto tecnico o preprint (ad esempio, pubblicata su arXiv), sia sotto forma di pubblicazione su atti di convegno o rivista, è preferibile citare quest'ultima versione, in quanto i preprint non sono normalmente soggetti a revisione, cosa che invece avviene per le pubblicazioni su atti di convegno o riviste.

A proposito di Wikipedia

Usiamo tutti Wikipedia, ma è importante usarla in modo corretto, soprattutto durante lo svolgimento di una tesi. Come prima cosa, è assolutamente vietato fare copia&incolla da Wikipedia o da qualunque altra fonte; vedi sopra il discorso a proposito del plagio. Detto questo, è importante tenere presente che Wikipedia, per sua natura, non può essere considerata una fonte autorevole di informazioni, dato che chiunque può modificare (quasi) qualsiasi voce. Inoltre, Wikipedia è una fonte bibliografica secondaria, nel senso che si limita a descrivere argomenti originariamente presentati altrove (fonti bibliografiche primarie).

Pur con questi limiti, Wikipedia è comunque molto utile per farsi un'idea generale su un particolare argomento. Un aspetto molto utile sono i riferimenti che sono quasi sempre presenti in fondo a ciascun articolo. I riferimenti indicano, tra le varie cose, anche le fonti primarie relative ad un certo argomento, oppure ulteriori documenti su cui è possibile approfondire. Ad esempio, in fondo all'articolo relativo all'algoritmo di Dijkstra per il calcolo dei cammini minimi sono presenti numerosi riferimenti bibliografici sia all'articolo originale di Dijkstra, sia a libri (cartacei) in cui il problema dei cammini minimi su grafi viene discusso.

Si tenga infine presente che Wikipedia non costituisce un riferimento sufficientemente autorevole per essere menzionato in un lavoro di tesi; di conseguenza, si eviti di inserire nella tesi riferimenti bibliografici a Wikipedia. Quello che consiglio di fare è di utilizzare Wikipedia per farsi rapidamente un'idea sommaria su un certo argomento, da approfondire poi riferendosi alle fonti primarie citate nei riferimenti bibliografici.

Correzione della tesi

In generale mi aspetto di ricevere (via mail o di persona) degli aggiornamenti periodici sullo stato di avanzamento del lavoro di tesi; sono sempre disponibile per fornire suggerimenti in caso di difficoltà.

:!: È importante tenere presente che, una volta completata una stesura definitiva della tesi, ho bisogno di un po' di tempo per leggerla e segnalare le eventuali correzioni, che poi devono essere applicate dall'autore/autrice del testo. Anche qui, per evitare situazioni spiacevoli che si sono manifestate in passato, mi trovo costretto ad essere intransigente: devo ricevere la versione finale della tesi almeno 15 giorni prima della scadenza per la consegna in segreteria. Non accetterò tesi consegnate a ridosso della scadenza; in queste situazioni non autorizzerò la tesi, e si andrà alla sessione di laurea successiva.

Alcune letture consigliate

tesi/suggerimenti.1571825237.txt.gz · Last modified: 2019/10/23 12:07 by moreno

Donate Powered by PHP Valid HTML5 Valid CSS Driven by DokuWiki